Accordo di cooperazione tra la UE e l’Uzbekistan.

Vogliamo proporre la lettura di un accordo di partenariato e cooperazione tra la UE e la Repubblica centroasiatica dell’Uzbekistan, si tratta di un testo moderno ed attuale che in molte sue parti rimanda alle informazioni dei quotidiani e della stampa italiana ed internazionale. Grazie. Buona lettura!

Accordo globale UE-Uzbekistan

Il Parlamento europeo,

–        visto l’articolo 218 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE),

–        vista la decisione (UE) 2018/… del Consiglio, del 16 luglio 2018, che autorizza la Commissione europea e l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza ad avviare negoziati e a negoziare, a nome dell’Unione, le disposizioni che rientrano nelle competenze dell’Unione di un accordo globale tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell’Uzbekistan, dall’altra (10336/18),

–       vista la decisione dei rappresentanti dei governi degli Stati membri, riuniti in sede di Consiglio, del 16 luglio 2018, che autorizza la Commissione europea ad avviare negoziati e a negoziare, a nome degli Stati membri, le disposizioni che rientrano nelle competenze degli Stati membri di un accordo globale tra l’Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell’Uzbekistan, dall’altra (10337/18),

–       viste le direttive di negoziato del Consiglio del 16 luglio 2018 (10601/18 EU Restricted), trasmesse al Parlamento il 6 agosto 2018,

–       visto l’attuale accordo di partenariato e cooperazione (APC) tra l’UE e la Repubblica dell’Uzbekistan, in vigore dal 1999,

–       visto il memorandum d’intesa in materia di cooperazione energetica tra l’UE e l’Uzbekistan, firmato nel gennaio 2011,

–        visti gli orientamenti dell’UE per la promozione e la tutela dell’esercizio di tutti i diritti umani da parte di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuali (LGBTI), adottati dal Consiglio nel 2013,

–       vista la sua risoluzione legislativa del 14 dicembre 2016, concernente il progetto di decisione del Consiglio relativa alla conclusione di un protocollo dell’accordo di partenariato e cooperazione che definisce un partenariato tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da un lato, e la Repubblica di Uzbekistan, dall’altro, che modifica l’accordo al fine di estenderne le disposizioni al commercio bilaterale dei tessili, tenendo conto della scadenza dell’accordo bilaterale sui tessili[1],

–       vista la sua risoluzione non legislativa del 14 dicembre 2016 sul progetto di decisione del Consiglio relativo alla conclusione di un protocollo all’accordo di partenariato e di cooperazione tra le Comunità europee e i loro Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell’Uzbekistan, dall’altra, che modifica l’accordo per estendere le disposizioni dello stesso al commercio bilaterale dei tessili, tenendo conto della scadenza dell’accordo bilaterale sui tessili[2],

–       vista la sua risoluzione del 23 ottobre 2014 sui diritti umani in Uzbekistan[3],

–       viste le sue risoluzioni del 15 dicembre 2011 sullo stato di attuazione della strategia dell’UE per l’Asia centrale[4] e del 13 aprile 2016 sull’attuazione e revisione della strategia UE-Asia centrale[5],

–       vista la comunicazione congiunta della Commissione e dell’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza del 19 settembre 2018 dal titolo “Connessione Europa-Asia – Elementi essenziali per una strategia dell’UE” (JOIN(2018)0031),

–       viste le visite in Uzbekistan della sua commissione per gli affari esteri e della sua sottocommissione per i diritti dell’uomo, rispettivamente nel settembre 2018 e nel maggio 2017, e le visite regolari nel paese da parte della sua delegazione alle commissioni di cooperazione parlamentare UE-Kazakistan, UE-Kirghizistan, UE-Uzbekistan e UE-Tagikistan e per le relazioni con il Turkmenistan e la Mongolia,

–       visti i risultati della 13a riunione dei ministri degli Esteri dell’UE e dell’Asia centrale, tenutasi il 10 novembre 2017 a Samarcanda, che ha affrontato l’agenda bilaterale (economia, connettività, sicurezza e Stato di diritto) e questioni regionali,

–       visto il comunicato congiunto della 14a riunione dei ministri degli Esteri dell’UE e dell’Asia centrale, tenutasi a Bruxelles il 23 novembre 2018, dal titolo “UE-Asia centrale – Lavorare insieme per costruire un futuro di crescita inclusiva, connettività sostenibile e partenariati più solidi”[6],

–       viste la prosecuzione dell’aiuto allo sviluppo dell’UE all’Uzbekistan, pari a 168 milioni di EUR nel periodo 2014-2020, l’assistenza finanziaria della Banca europea per gli investimenti (BEI) e della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS) nonché altre misure dell’UE a favore della pace, della sicurezza e della riduzione dei rifiuti nucleari nel paese,

–       vista la dichiarazione della conferenza di Tashkent sull’Afghanistan del 26 e 27 marzo 2018, ospitata dall’Uzbekistan e copresieduta dall’Afghanistan, intitolata “Processo di pace, cooperazione in materia di sicurezza e connettività regionale”,

–       vista la strategia di azione in cinque settori prioritari per lo sviluppo dell’Uzbekistan (strategia di sviluppo) per il periodo 2017-2021,

–        visti i progressi compiuti dall’Uzbekistan verso una società più aperta e verso una maggiore apertura nelle relazioni con i suoi vicini dall’indipendenza dall’Unione sovietica,

–        visti gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite,

–        visto l’articolo 113 del suo regolamento,

–        vista la relazione della commissione per gli affari esteri (A8-0149/2019),

  1. considerando che il 23 novembre 2018 l’UE e l’Uzbekistan hanno avviato i negoziati per un accordo globale rafforzato di partenariato e di cooperazione (ARPC), con l’intento di sostituire l’attuale APC UE-Uzbekistan, al fine di rafforzare e approfondire la cooperazione in settori di comune interesse sulla base dei valori condivisi della democrazia, dello Stato di diritto, del rispetto delle libertà fondamentali e della buona governance, per promuovere lo sviluppo sostenibile e la sicurezza internazionale, e affrontare in modo efficace sfide globali come il terrorismo, il cambiamento climatico e la criminalità organizzata;
  2. considerando che, per entrare in vigore, l’ARPC necessita dell’approvazione del Parlamento;
  3. raccomanda al Consiglio, alla Commissione e al vicepresidente della Commissione/alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (VP/AR):

Relazioni tra UE e Uzbekistan

  1. a) di accogliere con favore gli impegni assunti e i progressi compiuti dall’Uzbekistan verso una società più aperta nonché il livello di partecipazione attiva al dialogo politico tra l’UE e l’Uzbekistan, che ha portato all’avvio dei negoziati in vista di un ARPC globale; di sottolineare l’interesse dell’UE nel rafforzare le sue relazioni con l’Uzbekistan sulla base di valori comuni e di riconoscere il ruolo dell’Uzbekistan quale importante ponte culturale e politico tra l’Europa e l’Asia;
  2. b) di prevedere un dialogo costante e approfondito e di monitorare la piena attuazione delle riforme politiche e democratiche volte a creare un sistema giudiziario indipendente (compresa la revoca di tutte le limitazioni all’indipendenza degli avvocati), un parlamento realmente indipendente, derivante da elezioni realmente competitive, a tutelare i diritti umani, la parità di genere e la libertà dei media, depoliticizzando i servizi di sicurezza e garantendo che si impegnino a rispettare lo Stato di diritto e un forte coinvolgimento della società civile nel processo di riforma; di accogliere con favore i nuovi poteri conferiti all’Oliy Majlis e i nuovi meccanismi che rafforzano il controllo parlamentare; di incoraggiare le autorità ad attuare le raccomandazioni della relazione OSCE/ODIHR a seguito delle elezioni parlamentari del 2014;
  3. c) di sottolineare l’importanza di riforme sostenibili e della loro attuazione, fornendo un sostegno significativo a questo scopo, sulla base degli accordi attuali e futuri, in modo da ottenere risultati tangibili e affrontare questioni politiche, sociali ed economiche, in particolare al fine di migliorare la governance, aprire la strada a una società civile veramente diversificata e indipendente, rafforzare il rispetto dei diritti umani, tutelare tutte le minoranze e le persone vulnerabili, comprese le persone affette da disabilità, garantire la responsabilità per le violazioni dei diritti umani e altri reati e rimuovere gli ostacoli all’imprenditorialità;
  4. d) di riconoscere e sostenere l’impegno dell’Uzbekistan nelle attuali riforme strutturali, amministrative ed economiche per migliorare il clima imprenditoriale, il sistema giudiziario e i servizi di sicurezza, le condizioni lavorative nonché la responsabilità e l’efficienza amministrative, e di sottolineare l’importanza della loro piena e verificabile attuazione; di accogliere con favore la liberalizzazione delle operazioni in valuta estera e del mercato dei cambi; di sottolineare che il piano globale di riforma dell’Uzbekistan, ossia la strategia di sviluppo 2017-2021, deve essere attuato e sostenuto da misure volte ad agevolare il commercio estero e a migliorare il contesto imprenditoriale; di prendere in considerazione il fatto che la migrazione per lavoro e le rimesse sono meccanismi fondamentali per affrontare la povertà in Uzbekistan;
  5. e) di esortare il governo uzbeko a garantire che i difensori dei diritti umani, la società civile, i controllori internazionali e le organizzazioni per i diritti umani possano operare liberamente in un contesto giuridicamente sano e politicamente sicuro, in particolare facilitando le procedure di registrazione e dando la possibilità di ricorrere in giudizio in caso di rifiuto della registrazione; di esortare il governo a consentire il monitoraggio costante, libero e indipendente delle condizioni nelle prigioni e nei luoghi di detenzione; di incoraggiare il governo a invitare il relatore speciale delle Nazioni Unite sulla tortura e altre pene o trattamenti crudeli, disumani o degradanti, di attuare la raccomandazione formulata in occasione della sua ultima visita nel 2003 e di allineare le leggi e le pratiche nazionali al diritto e alle norme internazionali, compreso un meccanismo di monitoraggio indipendente che garantisca un accesso senza restrizioni ai luoghi di detenzione per verificare il trattamento dei prigionieri; di invitare le autorità a indagare in modo approfondito su tutte le accuse di tortura o trattamento disumano;
  6. f) di contribuire a far emergere una società tollerante, inclusiva, pluralista e democratica con un governo credibile, sostenendo la liberalizzazione progressiva, nel pieno rispetto dei principi guida delle Nazioni Unite relativi a imprese e diritti umani, e il progresso socioeconomico a beneficio dei cittadini;
  7. g) di accogliere con favore il rilascio dei prigionieri politici, ma di esortare le autorità a garantire loro la piena riabilitazione, l’accesso a mezzi di ricorso e a trattamenti medici; di chiedere il rilascio di tutti i restanti prigionieri politici e di tutti gli altri individui imprigionati o perseguitati per accuse di matrice politica quali gli attivisti religiosi, per i diritti umani e per la società civile, i giornalisti e i politici dell’opposizione; di esprimere preoccupazione per vari processi a porte chiuse e di esortare il governo a porre fine a queste pratiche; di esortare il governo a modificare rapidamente le disposizioni del codice penale relative all’estremismo che sono a volte utilizzate indebitamente per perseguire penalmente i dissidenti; di accogliere con favore gli impegni assunti di interrompere il ricorso all’accusa di “violazioni delle norme penitenziarie” per prolungare arbitrariamente le pene detentive dei prigionieri politici; di garantire che tutti i prigionieri politici condannati per reati penali e altri illeciti ricevano una copia della sentenza pronunciata riguardo al loro caso, per consentire loro di esercitare il diritto di appello e richiedere la riabilitazione; di accogliere con favore l’allentamento di alcune restrizioni alla libertà di associazione pacifica e di incoraggiare inoltre l’abolizione delle restrizioni a tali diritti, come la detenzione di manifestanti pacifici, rispettando in tal modo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo; di accogliere con favore la recente visita del relatore speciale delle Nazioni Unite per la libertà di religione o di credo;
  8. h) di prendere nota del fatto che la posizione dell’Uzbekistan nell’indice della libertà di stampa di Reporter senza frontiere è migliorata solo lievemente tra il 2016 e il 2018 e di continuare a nutrire preoccupazioni in merito alla censura, al blocco di siti web, all’autocensura di giornalisti e blogger, alle molestie, sia online che offline, e alle accuse penali di matrice politica; di esortare le autorità a smettere di esercitare pressioni sui media e di sorvegliarli, a interrompere il blocco di siti web indipendenti e a consentire ai media internazionali di accreditare corrispondenti e di operare nel paese; di sostenere e di accogliere con favore le misure intraprese per garantire una maggiore indipendenza dei media e delle organizzazioni della società civile, ad esempio la revoca di alcune restrizioni che disciplinano le loro attività nonché il ritorno delle ONG e dei media stranieri e internazionali, in precedenza esclusi dal paese; di accogliere con favore la nuova legge sulla registrazione delle ONG, che semplifica alcune procedure di registrazione e alcuni requisiti necessari a ottenere l’autorizzazione anticipata allo svolgimento di attività o riunioni; di esortare le autorità a dare piena attuazione a tale legge, anche eliminando tutte le barriere alla registrazione delle organizzazioni internazionali, e di incoraggiare le autorità ad affrontare le restrizioni rimanenti che limitano il lavoro delle ONG, come gli onerosi obblighi di registrazione e il monitoraggio intrusivo;
  9. i) di accogliere con favore i progressi compiuti in vista dell’eliminazione del lavoro minorile e della graduale eliminazione del lavoro coatto, nonché le recenti visite in Uzbekistan da parte dei relatori speciali delle Nazioni Unite e la riapertura del paese alle organizzazioni non governative internazionali in questo settore; di sottolineare che il lavoro coatto sostenuto dallo Stato nelle industrie del cotone, della seta e in altri settori rimane un problema; di prevedere misure da parte del governo dell’Uzbekistan tese a eliminare tutte le forme di lavoro coatto, ad affrontare le cause profonde del fenomeno, in particolare il sistema delle quote obbligatorie, e a garantire che le autorità locali che mobilitano, ricorrendo alla coercizione, i lavoratori del settore pubblico e gli studenti siano chiamate a risponderne; di sottolineare che sono necessari maggiori sforzi e ulteriori misure giuridiche per consolidare i progressi in questo settore al fine di abolire il lavoro coatto; di incoraggiare, a tale proposito, l’ulteriore cooperazione con l’Organizzazione internazionale del lavoro (ILO); di incoraggiare l’accesso al paese per una visita da parte del relatore speciale delle Nazioni Unite sulle forme contemporanee di schiavitù; di sottolineare l’importanza degli sforzi tesi a sviluppare nel paese una filiera del cotone sostenibile nonché pratiche agricole e tecnologie di coltivazione del cotone moderne ed ecologiche; di sostenere i coltivatori nazionali di cotone per aumentarne l’efficienza produttiva, tutelare l’ambiente e migliorare le pratiche lavorative con l’obiettivo di abolire il lavoro coatto;
  10. j) di incoraggiare le autorità a intensificare gli interventi volti a ridurre la disoccupazione nel paese, anche tramite l’apertura del settore privato e il rafforzamento delle piccole e medie imprese; di accogliere con favore, a tale proposito, la proroga del programma di formazione per dirigenti e di promuovere ulteriori programmi di formazione per imprenditori; di ricordare, a tale proposito, il potenziale della sua giovane popolazione e il suo livello di istruzione relativamente alto; di incoraggiare la promozione di programmi di formazione all’imprenditorialità; di ricordare l’importanza di programmi dell’UE come Erasmus+ ai fini della promozione del dialogo interculturale tra l’Unione e l’Uzbekistan e dell’offerta di opportunità di emancipazione agli studenti che partecipano a tali programmi quali attori positivi del cambiamento nella loro società;
  11. k) di continuare a tenere dialoghi annuali in materia di diritti umani organizzati dal Servizio europeo per l’azione esterna (SEAE) e, in tale contesto, di sollecitare la risoluzione di singoli casi che sono fonte di preoccupazione, compresi quelli dei prigionieri politici; di concordare settori concreti prima di ogni tornata di dialoghi su base annua e di valutare i progressi riguardo ai risultati in linea con le norme dell’UE, integrando le questioni relative ai diritti umani in tutte le altre riunioni e le altre politiche; di incoraggiare e valutare il rispetto degli strumenti internazionali in materia di diritti umani, come ratificati dall’Uzbekistan, in particolare con le Nazioni Unite, l’OSCE e l’ILO; di esprimere la perdurante preoccupazione riguardo ai problemi in sospeso e alla mancata attuazione di alcune riforme; di incoraggiare le autorità a depenalizzare le relazioni sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso e a promuovere una cultura di tolleranza nei confronti delle persone LGBTI; di invitare le autorità uzbeke a sostenere e a promuovere i diritti delle donne;
  12. l) di garantire un riesame del sistema dei passaporti; di accogliere con favore l’abolizione del sistema dei “visti di uscita”, che in precedenza erano richiesti ai cittadini uzbeki che viaggiavano al di fuori della Comunità di Stati indipendenti (CSI); di accogliere con favore l’annuncio dell’Uzbekistan che non richiederà più il visto ai cittadini degli Stati membri dell’UE da gennaio 2019;
  13. m) di esortare le autorità a migliorare il sistema sanitario locale e ad aumentare le risorse statali per facilitare le migliorie, in quanto la situazione è notevolmente peggiorata da quando il paese ha ottenuto l’indipendenza;
  14. n) di esortare le autorità a fornire il sostegno necessario e a ricercare il contributo e il sostegno di partner internazionali per consentire all’Uzbekistan, in particolare alla Repubblica autonoma di Karakalpakstan, di continuare a far fronte alle conseguenze economiche, sociali e sanitarie della catastrofe ambientale del lago d’Aral definendo politiche e pratiche per la gestione e la conservazione sostenibili dell’acqua nonché un piano di risanamento graduale e credibile per la regione; di accogliere con favore gli sviluppi positivi nella cooperazione regionale in materia di risorse idriche, in particolare con il Tagikistan e il Kazakhstan, l’istituzione del Multi-Partner Human Security Trust Fund (“Fondo fiduciario di pluripartenariato per la sicurezza umana”) delle Nazioni Unite per la regione del lago d’Aral e l’impegno mostrato dalle autorità; di continuare a sostenere gli sforzi volti a migliorare le infrastrutture di irrigazione;
  15. o) di prendere atto della nuova politica estera uzbeka, che ha portato a miglioramenti nella cooperazione con i paesi limitrofi e con i partner internazionali, in particolare per quanto riguarda la promozione della stabilità e della sicurezza nella regione, la gestione delle frontiere e delle risorse idriche, la demarcazione delle frontiere e l’energia; di sostenere l’impegno positivo dell’Uzbekistan nel processo di pace in Afghanistan;
  16. p) di accogliere con favore il costante impegno dell’Uzbekistan nel salvaguardare la zona denuclearizzata in Asia centrale; di ricordare l’impegno dell’UE di sostenere l’Uzbekistan nel far fronte ai rifiuti tossici e radioattivi; di incoraggiare l’Uzbekistan a firmare il trattato sulla proibizione delle armi nucleari;
  17. q) di tenere conto del ruolo importante dell’Uzbekistan nel prossimo riesame della strategia UE-Asia centrale, applicando il principio di differenziazione;
  18. r) di riconoscere le legittime preoccupazioni dell’Uzbekistan in materia di sicurezza e di rafforzare la cooperazione a sostegno della gestione delle crisi, della prevenzione dei conflitti, della gestione integrata delle frontiere e degli sforzi tesi a combattere la radicalizzazione violenta, il terrorismo, la criminalità organizzata e il traffico illecito di stupefacenti, difendendo nel contempo lo Stato di diritto, compresa la tutela dei diritti umani;
  19. s) di garantire la cooperazione efficace nella lotta contro la corruzione, il riciclaggio e l’evasione fiscale;
  20. t) di vincolare l’erogazione dell’assistenza all’Uzbekistan a titolo degli strumenti di finanziamento esterni dell’UE e dei prestiti della BEI e della BERS al proseguimento del processo di realizzazione delle riforme;
  21. u) di sostenere l’attuazione effettiva delle principali convenzioni internazionali necessarie per ottenere lo status SPG+;
  22. v) di sostenere gli sforzi dell’Uzbekistan a impegnarsi nel processo di adesione all’Organizzazione mondiale del commercio (OMC), al fine di integrare meglio il paese nell’economia mondiale e migliorare il clima imprenditoriale, attirando in tal modo maggiori investimenti diretti esteri (IDE);
  23. w) di tenere conto dell’evoluzione delle relazioni con altri paesi terzi nel contesto dell’attuazione dell’iniziativa cinese “One Belt, One Road” (OBOR); di insistere sul rispetto delle questioni in materia di diritti umani legate a questa iniziativa, anche elaborando linee guida al riguardo;

Nuovo accordo globale

  1. x) di utilizzare i negoziati dell’ARPC per promuovere un progresso autentico e sostenibile verso un regime responsabile e democratico che garantisca e tuteli i diritti fondamentali per tutti i cittadini e si concentri in particolare sulla garanzia di un contesto favorevole per la società civile, i difensori dei diritti umani e l’indipendenza degli avvocati; di garantire che, prima della fine dei negoziati, l’Uzbekistan realizzi progressi sostanziali nel garantire la libertà di espressione, di associazione e di riunione pacifica conformemente alle norme internazionali, anche eliminando gli ostacoli alla registrazione di tutti i nuovi gruppi, all’avvio legale delle attività nel paese e all’ottenimento di finanziamenti esteri;
  2. y) di negoziare un accordo moderno, onnicomprensivo e ambizioso tra l’UE e l’Uzbekistan, che sostituirà l’APC del 1999, rafforzando i contatti interpersonali, la cooperazione politica, le relazioni commerciali e di investimento nonché la cooperazione in materia di sviluppo sostenibile, tutela ambientale, connettività, diritti umani e governance, e contribuendo allo sviluppo economico e sociale sostenibile dell’Uzbekistan;
  3. z) di rinnovare il proprio impegno a favore del progresso delle norme democratiche, dei principi della buona governance e dello Stato di diritto, nonché del rispetto dei diritti umani, delle libertà fondamentali, compresa la libertà di religione e di credo, e dei loro difensori;
  4. aa) di sostenere gli sforzi rinnovati dell’Uzbekistan tesi a instaurare una cooperazione multilaterale e internazionale che consenta di affrontare sfide globali e regionali, come la sicurezza internazionale e la lotta all’estremismo violento, la criminalità organizzata, il traffico di droga, la gestione delle risorse idriche, il degrado ambientale, i cambiamenti climatici, la migrazione, eccetera;

 

[1]        GU C 238 del 6.7.2018, pag. 394.

[2]        GU C 238 del 6.7.2018, pag. 51.

[3]        GU C 274 del 27.7.2016 pag. 25.

[4]        GU C 168 E del 14.6.2013, pag. 91.

[5]        GU C 58 del 15.2.2018, pag. 119.

[6]        https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage/54354/joint-communiqué-european-union-–-central-asia-foreign-ministers-meeting-brussels-23-november_it

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